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Da “Salviamo il Corpo Forestale dello Stato” A “NO all’accorpamento del Corpo Forestale dello Stato”

Quando siamo stati contattati per aderire al Sit-in del 31 marzo p.v. lo slogan di approccio era “Salviamo il Corpo Forestale dello Stato”.

Uno slogan preciso e circostanziato ma non coerente con quanto riportato nell’emendamento approvato in Commissione al Senato dove si legge: “Riordino delle funzioni di polizia di tutela dell’ambiente, del territorio e del mare e nel campo della sicurezza e dei controlli nel settore agroalimentare conseguente alla riorganizzazione del Corpo forestale dello Stato”.

Abbiamo immediatamente esposto i nostri dubbi, ai promotori UGL e S.N.F., sia sul passaggio sopra evidenziato che, sul non secondario aspetto, tale organizzazione dovesse essere il frutto di una deliberazione unitaria di tutte le sigle, poiché solo in questo caso si sarebbe potuto garantire un sentimento fondamentale: L’ESSERE UNITI”.

Purtroppo la nostra richiesta non è stata accettata e quindi abbiamo espresso il nostro diniego.

Nel corso della giornata abbiamo avuto poi notizia che altre sigle si sarebbero aggiunte, dapprima la CGIL e successivamente la CISL e UIL-DIRFOR, ma anche in questo caso si è trattato di scelte delle sigle e non di incontri organizzativi.

Le nostre perplessità sono tornate alla luce quando ci hanno informato che anche il SAPAF si era unito al gruppo, una novità di non poco conto, dal momento che la sigla ha chiarito da tempo la posizione in merito, ciò nonostante, con coscienza e serenità, in virtù di una possibile condizione di unitarietà forzata, non visibile all’esterno, abbiamo rivalutato la nostra posizione e tempestivamente chiamato gli organizzatori, sopra citati, per esprimere la nostra adesione.

Purtroppo, nonostante la nostra volontà fosse arrivata a ridosso di quella del SAPAF, ci siamo sentiti rispondere che tutto il materiale era ormai in stampa e quindi non sarebbe stato possibile aggiungere, visibilmente, la sigla sul volantino.

Gli stessi ci suggerivano di agire autonomamente presso gli organi di stampa indicandoci il programma della giornata.

Chiaramente quanto sopra non vuole essere la cronaca di questi ultimi giorni ma un ampia premessa per chiarire, in primis la decisione che argomenteremo a breve e poi le tante voci, troppe, che circolano intorno a questa sigla, a cui è opportuno dare un doveroso riscontro.

Il termine “Salviamo” seppur non appropriato presuppone una condivisione ampiamente diffusa, come lo era già stato nel periodo precedente la riforma del 2004, tuttavia presuppone anche una unione ideologica che purtroppo, tanto allora quanto oggi, non si riesce a costruire poiché la gestione è sempre risultata troppo incentrata sui personalismi, nonostante il numero esiguo di appartenenti avrebbe potuto generare l’effetto opposto.

Oggi si continuano a mettere in atto attività ed azioni di vecchio stampo, che non possono generare novità sostanziali rispetto al passato e soprattutto lo si fa in un momento in cui l’imperativo categorico è “CAMBIAMENTO”.

E’ stata data probabilmente una opportunità che, guardando indietro, nessuno si sarebbe aspettato, ci stanno imponendo una importante e decisiva possibilità, la RIORGANIZZAZIONE, prima di un “eventuale assorbimento” e la nostra Amministrazione con l’ausilio di tutte le sigle sindacali che cosa hanno messo in campo, un SIT-IN con lo slogan “NO ALL’ACCORPAMENTO”.

E’ chiaro che con questo atteggiamento si intende mantenere tutto inalterato e lo si fa contro l’invito di un Governo che sta dando, e gli costa molto, un’altra possibilità.

Abbiamo tirato in ballo l’Amministrazione perché è stato dato l’ordine categorico che tutti dovranno essere presenti al Senato e alla Camera, tutti, dai Dirigenti Superiori a scendere, dimenticando prioritariamente che un SIT-IN non si avvicina minimamente come strumento di protesta e/o sensibilizzazione ad una MANIFESTAZIONE.

Il 31 marzo 2015 si scenderà in piazza per urlare NO ALL’ASSORBIMENTO invece di chiudersi dentro il Palazzo e lavorare concretamente ad un testo di RIORGANIZZAZIONE valido ed in linea con le necessità di questo Paese.

Noi la scorsa settimana abbiamo inviato due note su questo argomento, al Ministro e al Capo del Corpo, chiedendo di aprire immediatamente un TAVOLO TECNICO MINISTERIALE in grado di elaborare una proposta condivisa, dove condivisa significa supportata anche dalla parte politica, da sottoporre al Governo, poiché il problema del Corpo Forestale dello Stato non è un problema tecnico ma squisitamente politico.

Sicuramente questa nostra lettera aperta darà il via ad una campagna denigratoria e strumentale verso questa sigla tuttavia siamo certi che quello che sosteniamo è il pensiero di molti.

Questo non ci preoccupa! Siamo infastiditi dal fatto che è divenuto arduo, per chi come noi condivide questi pensieri, esprimere le proprie convinzioni e fare la scelta di canalizzarle verso un Corpo Forestale dello Stato autonomo ed in grado di “ferma restando la garanzia degli attuali livelli di presidio dell’ambiente, del territorio e del mare, della sicurezza agroalimentare e la salvaguardia delle professionalità esistenti, delle specialità e dell’unitarietà”.

Gli “attuali livelli” di presidio sono oggi ridotti all’osso, sono il frutto del vincolo imposto dalla scelta perversa di aprire le sezioni di PG senza espletare concorsi Allievi o senza pensare a portare in ruolo quei 1400 operai che hanno sostituito di fatto il personale mancante.

“Professionalità esistenti, delle specialità e dell’unitarietà” sono concetti ridondanti, tirati fuori all’occorrenza ma mai concretizzati, più una colpa per chi ha ben operato che un vantaggio, basta vedere con quanta fatica si è tirato fuori un regolamento per i trasferimenti o si è elaborato la pianta organica e poi, con quanta facilità, ci si è prodigati per renderli flessibili alle necessità di squadra.

Una squadra che non ha unito ma frammentato, che ha generato pesanti contrapposizioni, che oggi come in passato rasentano lo smembramento.

Queste sono le motivazioni per cui questa sigla non parteciperà al SIT-IN.

Questo è un Paese che ha bisogno di una serie di riforme per tornare a competere in un ambito internazionale fortemente modificato, per farle occorre coraggio, il coraggio di guardare oltre il proprio piccolo orto, tra queste c’è la nostra riorganizzazione che, per essere sostenibile, deve essere chiara e convincente, noi vogliamo impegnarci in questo senso, l’assorbimento lo affronteremo al momento opportuno.

 La Segreteria Nazionale

 

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