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Secondo una diffusa consuetudine, con l’inizio del nuovo anno si tenta di delineare qualche possibile scenario per i mesi a venire, coniugando analisi socio economiche con speranze più o meno fondate sul nostro immediato futuro. Il punto di partenza di tutte queste riflessioni, dalle più dotte elaborazioni di famosi esperti alle comuni chiacchiere da bar (che talvolta però possono racchiudere maggiore saggezza e realismo delle prime), è ovviamente la crisi che sta attanagliando ormai da qualche anno il nostro Paese. Ed è proprio da qui che vogliamo partire, nel tentativo di indurre nei nostri lettori una riflessione più approfondita, che vada oltre quel senso di malessere e di sfiducia generalizzati, che accompagnano questo termine così tanto di moda oggi. Questo perché l’attuale crisi economica ha radici assai profonde e cause ben determinate e precise: innanzi tutto, non si tratta – come noto – di una crisi solo italiana, ma di un fenomeno globale, che coinvolge l’intera Europa, tanto per fermarci appena fuori l’uscio di casa nostra. Stiamo assistendo ad un fenomeno assai inquietante, che sta stravolgendo le basi stesse delle nostre democrazie occidentali: l’economia, intesa come gli interessi dei grandi gruppi del potere bancario e finanziario mondiale, sta imponendo sempre di più le sue scelte alla politica, condizionando profondamente la vita di moltissimi Paesi. Così in Italia, sulla scia di quanto successo in precedenza in Grecia, si è insediato un Governo cosiddetto tecnico al posto di quello, figlio dei risultati del voto elettorale, così come previsto dalla nostra – per tanti altri versi inviolabile – Costituzione. Qualcuno ha parlato in questi due casi di golpe bianco, cioè di un vero e proprio colpo di Stato messo in atto senza colpo ferire, senza impiego di forze armate e senza l’arresto di leader politici, che ha comportato un avvicendamento, alla guida dei due Paesi in questione, deciso a tavolino da altri, trascurando totalmente la volontà popolare. Naturalmente tutto questo è stato occultato all’opinione pubblica attraverso una sapiente azione mistificatoria operata dai mezzi di comunicazione, che hanno veicolato l’insediamento del Governo presieduto dal ex Presidente del Consiglio come l’unica via di scampo per l’Italia sull’orlo della bancarotta, mentre in realtà chi ha determinato l’indebitamento di questi Paesi (e non solo di questi) attraverso la politica monetaria delle Banche Centrali – BCE in primis – lo ha poi imposto a capo del Governo italiano. Oggi, alla guida del Paese, c’è un altro di questi signori eccellenti, provenienti dal Gotha della finanza europea e mondiale, presente alla riunione del Club Bilderberg nel 2012 in sostituzione proprio dell’ex Presidente del Consiglio dei Ministri, nonché Vicepresidente dell’Aspen Institute e membro della Commissione Trilaterale. A fronte di tutto questo, gli Italiani vengono strangolati ogni giorno da uno Stato che anziché preoccuparsi di creare il lavoro per i giovani, migliorare i servizi per i cittadini ed assistere i più deboli ed indifesi tra questi, impone nuovi balzelli sui consumi primari, sulla casa, per tentare di far cassa e recuperare le risorse necessarie ad appianare quel debito pubblico che – per il meccanismo stesso che l’ha generato – non potrà mai essere ripianato.

Noi della CISAL, CONFEDERAZIONE ITALIANA SINDACATO AUTONOMO LAVORATORI crediamo che sia nostro compito, nostro dovere, invitare tutti i lavoratori, i pensionati, i giovani ad una riflessione profonda su questi temi, perché da questa nasca e cresca un’autentica consapevolezza di come stanno realmente le cose, per provare a cambiarle con l’impegno e l’azione concreta, che vada a sostituire quella sorta di desolata rassegnazione alla quale la classe politica ci ha ormai costretto da decenni. La CISAL si distingue proprio per essere consapevolezza, azione, impegno, oltre ogni bandiera e sigla politica, oltre quelle appartenenze che, oggi, capiamo hanno costituto il tragico inganno con il quale la classe politica ha costruito il suo dividi et impera ai danni del popolo e di tutti i lavoratori, per perseguire i suoi biechi interessi che sono poi quelli della grande finanza mondiale, quelli di una ristrettissima élite che di fatto governa il mondo e ne decide le sorti. Non è utopia, non è retorica, ma l’azione di presa di coscienza, il grande riscatto dei lavoratori italiani, può nascere anche dall’iscrizione ad un sindacato indipendente, libero dagli ambigui legacci con la politica, ma che alla politica si rivolge, con essa si confronta, si scontra se necessario, per ottenere quelle conquiste, che spettano a tutti i lavoratori, a tutti i cittadini, secondo quanto è scritto sulla nostra Carta Costituzionale.

Buon anno!

Lavoriamo Insieme !!!

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