
LETTERA APERTA
Cari operai a tempo determinato e a tempo indeterminato del Corpo Forestale dello Stato,
continuano ad arrivarci segnalazioni su messaggi che circolano tra di voi, di telefono in telefono, che ci tirano in ballo a sproposito con termini poco consoni e oltremodo offensivi.
Noi non parliamo mai degli altri perché siamo abituati a lavorare concretamente sulle idee e sui suggerimenti sviluppati all’interno del Consiglio Nazionale, mai su elementi di rimando o concorrenti alle posizioni espresse dalle altre sigle.
Al nostro interno gli elementi distintivi sono LA PARTECIPAZIONE e IL CONFRONTO, quel dialogo giornaliero che porta tutti a sentirsi partecipi escludendo a priori quella chiacchiera di strada che distrae ma non si concretizza mai.
La nostra idea di fare sindacato è quella di distinguere chiaramente il momento del gossip dal lavoro reale e incessante, i momenti in cui ci si scambiano battute non travalicano mai la serietà e l’impegno a variare in meglio l’attuale condizione.
Purtroppo notiamo sempre più spesso che qualcun altro, vedi le vecchie sigle per loro stessa scelta antagoniste, preferiscono utilizzare il loro tempo a cianare (farneticare) sul nostro operato.
Una volta siamo dipinti come visionari, la volta successiva come demagogi, altre ancora come rappresentanti di promesse.
Verrebbe da dire che “alla stupidità non v’è mai fine”, ma noi siamo un Sindacato e non un organo giudicante.
Una considerazione invece è il caso di farla: in molte occasioni ci siamo resi conto che quando si crede veramente nel proprio lavoro e lo si interpreta con serietà, preparazione ed impegno, ci si può trovare di fronte a chi, per caretteristiche opposte, cerca faticosamente di screditare il lavoro altrui con tante belle parole e pochi fatti concreti.
Il percorso che abbiamo affrontato per tutelare il personale assunto ai sensi della legge n. 124/1985 è tutto scritto sui documenti ufficiali, la demagogia la lasciamo agli altri, non si dolgano, poi, se oggi rappresentiamo la maggioranza del personale e cresciamo costantemente.
Noi entriamo nelle sedi istituzionali IN MODO FORMALE, vedi audizione al Senato e l’interpellanza alla Camera, loro si accontentano di fare tavoli tecnici con l’Amministrazione e siglare accordi ponte per riconoscere l’errore commesso nella gestione delle malattie a distanza di decenni.
Chi non fa non falla, dice un detto, noi tutti abbiamo scelto di fare con la coscienza di poter sbagliare, ma meglio sbagliare che continuare a sopravvivere di chiacchiere, quelle stesse chiacchiere che ci costringono da tanti anni a lavorare da privati nello Stato.
La Cisal-CFS ha scelto di tentare ogni strada per risolvere questa annosa e penosa condizione, La Cisal-Cfs vuole riconosciuto il diritto ad un CONTRATTO PUBBLICO.
Se credete che questo diritto sia una vostra prerogativa saremmo ben lieti di lavorare con voi altrimenti, vi consigliamo di riflettere su altre due possibilità:
- una scelta opposta, cioè mantenere questo contratto, il rischio? Un travaso alle regioni, di cui qualcuno sarebbe ben contento;
- Non scegliere e non schierarsi, danno ancor peggiore, dal momento che non viene offerta al legislatore alcuna opzione, anche in questo caso ci sarà qualcuno ben contento.
SEI IN CONDIZIONE DI SCEGLIERE, SCEGLI CISAL-CFS, LOTTA PER AVERE UN DIRITTO NEGATO NEL 2006.