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LETTERA APERTA AL CAPO DEL CORPO

Abbiamo seguito con attenzione e profondo interesse l’audizione in Commissione Affari Costituzionali della Camera lo scorso lunedì e non possiamo non darle atto che i dati documentali forniti hanno ben chiarito la forte specializzazione e la marcata caratterizzazione del Corpo Forestale dello Stato.

Un valore irrinunciabile per un Paese che sta affrontando profondi cambiamenti all’interno di una pesante crisi economica e per un Governo impegnato, anche in ambito Europeo, a fissare quel principio di provenienza o “Mady in” determinante per la nostra economia.

Oggi, più che in passato, la tutela dell’ambiente e la salvaguardia della biodiversità rappresentano il valore aggiunto che fa la differenza.

Purtroppo i dati forniti non sono ancora sufficienti per mantenere inalterato lo status del Corpo, né la sua autonomia; a nostro avviso al legislatore non è stato offerto un vero piano di riorganizzazione, serio e tecnicamente valido, come alternativa ad una riforma utile, ma poco incisiva, della pubblica amministrazione.

Questa mancanza ha offerto all’On.le Fiano l’opportunità di respingere punto per punto, senza mai cadere in contraddizione, la difesa da lei posta in essere.

Per un momento abbiamo creduto che si fosse ravveduto, che avesse compreso la necessità di variare la strada intrapresa, quando ha citato l’impegno preso dal Governo senza votazione nell’ordine del giorno approvato in Senato, purtroppo, lo ha fatto fermandosi solo al primo capoverso, quello riguardante le polizie provinciali.

Questa cosa ci rammarica oltremodo perché l’unica argomentazione non criticata dall’On.le Fiano è stata quella incentrata su: “la salvaguardia della biodiversità con i suoi 28 uffici e la tutela di 130 riserve naturali”.

Dal momento che ha ritenuto utile non citare completamente l’impegno, lo riportiamo qui di seguito per una migliore consapevolezza, evidenziando e sottolineando la parte esclusa nell’intervento:

Il Senato impegna il Governo affinché,

            nell’ambito del riordino delle funzioni di polizia di tutela dell’ambiente, del territorio e del mare nonché nel campo della sicurezza e dei controlli nel settore agroalimentare,

          preveda la confluenza della polizia provinciale nel Corpo Forestale dello Stato, previa verifica dei requisiti soggettivi richiesti conformi all’eventuale assorbimento del Corpo Forestale dello Stato in altra forza di polizia e a tutelare i dipendenti con contratto di diritto privato del Corpo Forestale dello Stato.

 

Il ravvedimento è venuto a mancare anche quando, a suo favore, l’On.le Quaranta ha posto quesiti generici di approfondimento che lei ha completamente ignorati.

Stiamo maturando la convinzione che questa Amministrazione non abbia colto il segnale che il legislatore vuole dare permettendo di riorganizzare il CFS e che si cerchi a tutti i costi uno scontro frontale che ci lascia fortemente perplessi.

Quali risultati sono stati ottenuti organizzando la manifestazione sotto il Senato e il Sit-in sotto il Ministero?

Vorremmo che venisse compreso che la nostra coscienza, quanto la nostra attività, ci porta a sviluppare riflessioni che interessano non solo i circa 7500 dipendenti dei ruoli ma anche i 1400 lavoratori con contatto privatistico, che sommati sono il Corpo Forestale dello Stato.

Ci auspichiamo di poter evitare che si ripresenti, in modo atavico, quella storica distonia irriducibile rappresentata dall’incapacità di conciliare i due termini Polizia e/o Tecnico.

Se ripercorriamo a ritroso l’ultimo decennio è facilmente verificabile che mentre cresceva l’apprezzamento pubblico derivato da una marcata capacità tecnica di indirizzo, la stessa subiva un declassamento costante a favore del passaggio a funzioni di polizia, in concomitanza le regioni mostravano la loro incapacità a costituire e gestire tecnicamente la salvaguardia del territorio, le convenzioni e i ripetuti disastri ne sono la testimonianza.

Crediamo che occorra raccogliere a pieno le sollecitazioni alla “riorganizzazione” che questo Governo sta trasmettendo, rimanendo ancorati alla mission che da circa due secoli ci distingue, una mission che soddisfa le esigenze e gli interessi dell’opinione pubblica, non solo come servizio repressivo ma soprattutto come tutela e salvaguardia.

Dal momento che il Governo ha preso un impegno le chiediamo di valutare l’utilità di renderlo attuabile.

La Segreteria Nazionale

Lettera aperta al Capo del Corpo

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