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No alla riduzione dei diritti, delle retribuzioni e del ridimensionamento del ruolo del sindacato…

No alla riduzione dei diritti, delle retribuzioni e del ridimensionamento del ruolo del sindacato…
La CGU CISAL ha ufficialmente chiesto all’ARAN di avviare le procedure per il rinnovo delle RSU nel pubblico impiego, il cui mandato scadrà a marzo del 2015. Si è voluto, in questo modo, inviare un chiaro segnale all’ARaN e, soprattutto, al Governo che avrebbero forse preferito un “congelamento” del voto in attesa delle ridefinizione dei comparti del pubblico impiego. Tale ipotesi (blocco del voto e, magari, proroga delle vecchie rappresentanze) avrebbe rappresentato l’ennesimo colpo basso al sindacato e ai lavoratori del pubblico impiego, dopo il blocco dei rinnovi contrattuali, il congelamento delle retribuzioni individuali (e degli scatti di anzianità laddove previsti) e il dimezzamento delle prerogative sindacali. Un eventuale “congelamento” delle RSU, infatti, avrebbe tolto linfa vitale anche alla contrattazione di secondo livello, l’ultima sede ormai rimasta in cui poter esercitare il confronto con le controparti datoriali, che continuano ad essere spesso totalmente deresponsabilizzate rispetto ai risultati della loro gestione, anche in virtù di uno scenario in cui il depotenziamento del ruolo del sindacato si traduce, non di rado, in un abbassamento delle forme di controllo e verifica sulla qualità dell’azione amministrativa. Ed in effetti, la possibilità per i quasi tre milioni di lavoratori del pubblico impiego di esprimersi con il voto può essere l’occasione per chiamare a raccolta la categoria rispetto alle penalizzanti politiche in atto: la CISAL FPC, in armonia con le altre Federazioni della CGU CISAL, infatti, ritiene che si debba riaffermare con forza la necessità di imprimere una radicale inversione alla tendenza in atto, fatta di riduzione dei diritti, delle retribuzioni e di ridimensionamento del ruolo del sindacato. Le retribuzioni dei dipendenti pubblici devono essere sbloccate e assoggettate alle ordinarie dinamiche contrattuali: la discussione sul numero dei comparti (ai quali corrisponde la “ripartizione” delle categorie a cui viene assegnato lo stesso contratto) rischia di diventare addirittura risibile in un contesto in cui si parla di un blocco destinato a perdurare sino al 2017! Come più volte manifestato in passato, in questo frangente, il sindacato deve poter offrire elementi di flessibilità: ma essi non possono riguardare le retribuzioni di fascia bassa che, al contrario, necessitano di piena e incondizionata tutela. Su questo soprattutto, ma anche su altri temi, la CISAL FPC non mancherà di confrontarsi con i lavoratori, nella speranza che una nuova campagna di sensibilizzazione sia utile a porre fine ad uno dei periodi più neri della storia del pubblico impiego.

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