
Un lavoro che ci auguriamo trovi un esito immediato tale da soddisfare le esigenze del personale più a rischio al di là delle possibili trasformazioni del Corpo forestale dello Stato
Roma, 23 marzo 2015 – I cambiamenti che si prospettano all’orizzonte per il Corpo forestale dello Stato creano non poche preoccupazioni non soltanto nel personale dei ruoli ma soprattutto nel personale OTI e OTD assunto ai sensi della legge 5 aprile 1985, n. 124, di cui il Corpo stesso dispone per la gestione delle aree naturali protette ed in supporto a tutte le altre attività istituzionali.
“Non ho particolari pregiudizi verso questo Governo né tanto meno per l’ondata di riforme che sta affrontando – afferma Valter Rossi Segretario Generale del sindacato CISAL-CFS – tuttavia mi auspico che non divengano sfogo di personalismi, per questo come CISAL-CFS ci siamo impegnati fin da subito per cercare di sopperire, in questo caso specifico, ad una carenza legislativa proponendo una possibile e fattiva soluzione ad un problema sottaciuto da molti. La presentazione alla Camera di una risoluzione per l’assorbimento nei ruoli del Corpo forestale dello Stato del personale OTI e OTD è un’operazione a costo zero – continua il Segretario – in grado di garantire da un lato il ripianamento di una parte delle vacanze di organico e dall’altro il mantenimento degli attuali livelli di presidio e sicurezza in ambito ambientale e agroalimentare. Parliamo di 1400 persone che dovevano, già da tempo, essere integrate nell’organico del personale di ruolo del Corpo, loro malgrado.
Qualora tale proposta non riscuotesse la giusta approvazione si generebbero ulteriori complicazioni, non ultima, la loro riqualificazione professionale, dal momento che non è possibile utilizzare quei meccanismi di compensazione riservati ai pubblici dipendenti – mobilità, assegnazioni, comandi.
Questo aspetto, oltre a produrre un ulteriore aggravio al bilancio dello Stato, violerebbe quanto stabilito all’articolo 7, comma 1, lettera “a” del DL 1577, contravvenendo all’inciso “salvaguardia delle professionalità esistenti”.
L’impegno che chiediamo al Governo è quello di individuare un percorso chiaro a tutela di queste 1400 famiglie che stanno vivendo mesi di incertezza e apprensione per il loro furturo”.
Quello che ci aspettiamo quindi sono fatti e non parole!